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giovedì 31 luglio 2008

Guardare oltre

Ci sono state volgarità straordinarie in questo congresso ma, per i quasi 38 anni di militanza comunista della mia vita, posso dire che vale guardare l’orizzonte. Difficilmente mi sono lasciato invischiare in un decadimento che è indicativo dei problemi che ha la sinistra, la nostra comunità, la società italiana.
Ho vissuto questo congresso come un compimento della sconfitta che ha riguardato la sinistra in Italia, come la conseguenza di quella sconfitta, come un arretramento culturale.
Ho sentito nel dibattito toni espliciti di plebeismo. E siccome sono stato educato alla cultura comunista da vecchi braccianti poveri e analfabeti, che della lotta contro il plebeismo culturale facevano la cifra del loro essere comunisti, sento un arretramento. Questa comunità ha scelto un’altra strada. Quella della maggioranza ricercata nelle alchimie che non hanno respiro, non prefigurano prospettiva e non danno un gran futuro al nostro partito.
Ha vinto una maggioranza costruita grazie a un gioco, un guazzabuglio di mozioni di minoranza, un fardello di reazioni di pancia che consente a quattro mozioni, molto diverse tra loro, di coalizzarsi contro quella che ha guadagnato la maggioranza relativa. Dove il collante è l’ambiguità e un equilibrismo semantico.
Il congresso è stato una battaglia importante, appassionante e dura che si conclude con un esito che è un colpo duro per Rifondazione e per la sinistra tutta. Non è un colpo mortale ma una battuta d’arresto e non intendiamo abbandonare la battaglia. Che non è un equilibrio di potere in Rifondazione ma la ricostruzione di una sinistra che parla al paese. I compagni della mia mozione non intendono lasciare neanche per un attimo e per un millimetro Rifondazione Comunista.
I compagni e le compagne della mia mozione, oggi l’area politico culturale “Rifondazione per la sinistra”, vogliono perseguire la ricostruzione della sinistra, rivolgendosi alla sinistra diffusa, alle forze organizzate sul territorio, ai protagonisti delle lotte sociali, alle donne e agli uomini che credono che in Italia di una sinistra di popolo e all’altezza del tempo presente ci sia un gran bisogno. Intendiamo costruire una vasta e ricca mobilitazione permanente alle destre che dia prospettiva alla mobilitazione sociale e contemporaneamente vogliamo sostenere la nostra idea di politica e di sinistra all’interno del partito.
Dalla sconfitta ripartiamo, per nulla scoraggiati, con un alto senso di responsabilità verso coloro che a noi guardano con attenzione, verso i nostri iscritti, i nostri militanti.
Convinti che in questa sconfitta ci sia il seme buono per il futuro!

Nichi Vendola

venerdì 20 luglio 2007

Il Dipendente Mario Clemente Mastella


IL DIPENDENTE MENTRE SI MIMETIZZA



Mario Clemente Mastella

nato a Ceppaloni il 5 Febbraio 1947

Ministro della Giustizia
Senatore della Repubblica Italiana
Sindaco di Ceppaloni

Mastella è stato inquisito quest'anno presso la Direzione nazionale anti-mafia a Roma per i suoi rapporti con Francesco Campanella, che ha ammesso di aver aiutato l'allora latitante boss mafioso, Bernardo Provenzano. Nel luglio 2000 Mastella fece da testimone al matrimonio di Campanella. Mastella non figurò tra i sospetti e non ha nessun capo d'imputazione.







IL DIPENDENTE AL LAVORO


Il Dipendente Vittorio Umberto Antonio Maria Sgarbi


IL DIPENDENTE MENTRE SI MIMETIZZA



Vittorio Umberto Antonio Maria Sgarbi

nato a Ferrara l' 8 Maggio 1952


Assessore alla Cultura città di Milano
Nel 1989, incriminato per "interessi privati in atti d'ufficio"
È stato condannato nel 1996 a 6 mesi e 10 giorni definitivi con sentenza della Pretura di Venezia per il reato di falso e truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato, per produzione di documenti falsi e assenteismo mentre era dipendente del Ministero dei Beni culturali, con la qualifica di funzionario ai Beni artistici e culturali del Veneto, e condannato a pagare un indennizzo fissato dalla corte.È stato condannato per diffamazione aggravata per aver definito "politiche", nel 1998, le indagini del pool antimafia di Palermo, guidato da Gian Carlo Caselli


IL DIPENDENTE AL LAVORO