sabato 4 agosto 2007

Intervista a un’operaia della Zoppas di San Vendemmiano

da FalceMartello
di Saverio Tuccio

Cos’è cambiato alla Zoppas in questi anni?

La Zoppas fino al 1997 era un’azienda produttrice di resistenze elettriche in notevole espansione. Le assunzioni, a quel tempo, erano in costante aumento, fino a raggiungere i 700 dipendenti. Non solo, ci venivano chieste anche ore di lavoro straordinario, data l’eccezionale e costante mole di lavoro presente in officina.

Nel 1998 molti macchinari furono portati via e questo fu giustificato come una normale opera di manutenzione e revisione, ma la realtà si rivelò in breve molto diversa. Venimmo a conoscenza della destinazione di tali movimenti riguardanti i macchinari, che venivano trasferiti nell’est europeo e lo scopo ovviamente era delocalizzare una parte dell’attività produttiva in Romania, non certo quello di manutenzioni varie!

Attualmente siamo rimasti in 200 operai, mentre gran parte degli altri dipendenti che prima lavoravano e producevano per la Zoppas (circa 500 operai), sono stati costretti nel corso di questi anni alla mobilità e alla cassa integrazione, per l’inevitabile calo di lavoro che la scelta economica aziendale ha comportato.

In questo momento la crisi di lavoro è molto forte ed il rischio di una totale delocalizzazione è altissimo.

Tutti, in particolare i media e vari partiti politici soprattutto Lega Nord e PNE (Progetto NordEst), parlano del Nordest, e in particolare della provincia di Treviso, come la locomotiva economica italiana; è davvero cosi?

Poteva forse essere vero fino a qualche anno fa, adesso credo davvero non sia più così! Non va scordato che la forte espansione economica veneta avvenuta anni fa ha tolto dalle scuole ragazzi che ancora molto giovani entravano nelle fabbriche lasciando gli studi, disarmati di fronte a una eventuale crisi nel settore lavorativo. Molte grosse aziende, roccaforte dell’economia trevigiana, hanno delocalizzato i loro impianti produttivi. Mi riferisco a Benetton, Tognana, Geox, Diadora, De Longhi, Zoppas, Electrolux ecc.

Un altro aspetto criticabile è anche quello legato alla tipologia degli stabilimenti restanti. Il prodotto viene creato in Asia o nell’est europeo e qui rimangono soltanto i magazzini scorte. Ciò comporta, malgrado la cassa integrazione in cui riversano gran parte degli operai che prima lavoravano per queste aziende, un paradossale ma strepitoso aumento di ore di lavoro ai pochi fortunati che sono invece rimasti in carica ed un disastro ambientale dato che le fabbriche ormai chiuse rimangono nel territorio causando una continua riduzione di spazi verdi ed una cementificazione del suolo che rimarrà per decenni.

Come si sta comportando e che lotte sta portando avanti il sindacato presente in azienda?

Ti posso dire che l’unica tessera che ho avuto è stata quella del Pci e sono ben orgogliosa di non averne avute altre. Tempo fa ero in procinto di fare la tessera della Cgil, ma ho poi visto e capito che in fabbrica il sindacato ci stava svendendo, che rimaneva inerte di fronte alle centinaia di operai in cassa integrazione straordinaria, che niente veniva da loro fatto per salvare il salvabile. L’unico accordo spuntato, a mio parere fortemente voluto dalla direzione aziendale, è quello che sancisce le dimissioni incentivate economicamente, atte a convincere l’operaio a lasciare spontaneamente il posto di lavoro, ma ciò, ovviamente, salvaguarda in modo particolare gli interessi dell’azienda e non quelli di noi operai.

Quando volevamo bloccare i camion pieni di macchinari in partenza per la Romania, loro ci dicevano che era un comportamento inammissibile perché lottando così non si ottiene nulla!

Ad ogni assemblea litigo fortemente con i delegati di entrambi i sindacati presenti in azienda, Cgil e Cisl, perché non c’è tutela nei nostri confronti, non c’è protezione dei nostri diritti, non c’è salvaguardia della nostra dignità di lavoratori.

Cosa pensi dei compagni di Falcemartello e della nostra attività?

Bene, speravo mi facessi questa domanda! Posso dire che oltre ad essere abbonata al vostro giornale provo una grande stima nei vostri confronti perché leggendolo ritrovo me stessa, ritrovo le mie idee ed i miei problemi giustamente discussi. FalceMartello è stato l’unica, fra tutte le forze politiche, a dirci con fermezza di non versare il Tfr nei fondi pensione spiegandocene accuratamente le ragioni ed è stata l’unica ad interessarsi dei gravi problemi emersi in questi anni alla Zoppas ascoltando e lottando per noi operai. Ringrazio FalceMartello per avermi dato l’opportunità di farmi sentire attraverso quest’intervista. Continuerò oggi più di ieri a lottare per i nostri comuni ideali e ringrazio voi per tutto il supporto che mi date da sempre in questo senso.

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