giovedì 23 agosto 2007

Dopo il 20 ottobre o si cambia o si...muore

Intervista a Giuliano Pisapia

Il giurista scende in piazza e propone: «La sinistra individui dei punti dirimenti del programma.Prodi se ne faccia carico entro aprile, anche con la fiducia. Rompe chi non rispetta gli accordi»

La mobilitazione del 20 ottobre è «estremamente importante», ma soprattutto deve essere intesa come un punto di non ritorno nel rapporto tra sinistra e governo. Giuliano Pisapia aderisce alla mobilitazione lanciata Liberazione e il manifesto con un'idea molto precisa: «Per i numeri risicati dell'Unione al Senato, ormai è chiaro che il programma dell'Unione non potrà trovare applicazione nella sua interezza. Quindi - ragiona il giurista, ex parlamentare del Prc - prima del 20 ottobre le sinistre devono individuare almeno 5 o 6 punti del programma che il governo deve farsi carico di concretizzare, senza compromessi al ribasso. Se ne deve far carico lo stesso Prodi, nel caso di resistenze interne all'Unione, anche a costo di presentarli in Parlamento con la fiducia. Altrimenti...».

Altrimenti si rompa con il governo?

Se c'è determinazione sui punti programmatici, un'eventuale rottura, che non auspico, sarà responsabilità di Prodi o di chi nella maggioranza ostacola l'applicazione del programma. Il governo ha posto la fiducia su tanti provvedimenti e la sinistra, pur non essendo completamente convinta su molti di questi provvedimenti, ne ha consentito l'approvazione in Parlamento. Perchè non si può fare lo stesso per alcuni punti programmatici che regolarmente o non vengono approvati in consiglio dei ministri oppure vengono annacquati o abbandonati in Parlamento o addirittura dimenticati in qualche cassetto ministeriale? E' per questo che il popolo della sinistra, che scenderà in piazza il 20 ottobre, è profondamente deluso. Se dopo la manifestazione non ci sarà una svolta vera, questo popolo si allontanerà anche dalla stessa sinistra perchè non ne può più dei proclami: vuole i fatti.

Quali sono per te i punti dirimenti del programma da applicare?

Faccio alcuni esempi. Primo: droga. Non è possibile che dopo un anno e mezzo di legislatura sia ancora in vigore una legge liberticida, la Fini-Giovanardi, approvata con un decreto legge e con la richiesta di fiducia. Secondo: precariato, pensioni. Su questi temi il compromesso raggiunto è deludente ma c'è addirittura il rischio che venga peggiorato in Parlamento: non si può cedere oltre. Terzo: la legge Cirielli. Ma come? Per una volta magistrati e avvocati sono d'accordo, è una legge contro la quale l'opposizione al governo Berlusconi ha dato battaglia, una legge che ha prodotto crepe nello stesso centrodestra, ma la modifica è bloccata. Incredibile. Quarto: casa. L'emergenza può essere risolta in maniera molto semplice: riducendo le spese militari e convogliandole sulle politiche abitative. Non includo le unioni di fatto perchè purtroppo non ci sono speranze che vengano concretizzate: nel programma non ci sono, l'Unione ha fatto una cavolata a dare ascolto ai centristi. Poi ci sono decisioni prese o avallate dal governo e difficili da accettare proprio perchè non derivavano dalle difficoltà del voto parlamentare, ma erano l'espressione di una precisa volontà politica: l'ampliamento della base Usa di Vicenza e la promozione dei responsabili delle violenze e della cancellazione delle garanzie democratiche durante il G8 di Genova. E' inaccettabile che, dopo una manifestazione come quella del 17 febbraio a Vicenza, Prodi dica che la base si farà. Ecco: non si può andare avanti così anche dopo il 20 ottobre. Si trovi l'unità a sinistra su alcuni punti del programma e si lavori per la loro applicazione senza cedimenti.

L'unità la sinistra ha difficoltà a trovarla anche sul 20 ottobre. Nonostante moltissime adesioni individuali dei suoi, Mussi continua a nutrire riserve. Come puoi pensare che si trovi l'unità sulla questione droghe, per esempio?

Bisogna essere realisti. La sinistra deve avere la consapevolezza che dopo la manifestazione non si può continuare così come è andata finora. Se si invita chi ha votato per Prodi ed è deluso a manifestare, dopo non si può scendere a compromessi in Parlamento. Altrimenti, si abbia il coraggio di riflettere sull'opportunità di organizzare una manifestazione...

Il Prc ha pensato di consultare il proprio popolo sulla permanenza al governo. Che ne pensi?

La necessità di un referendum del genere è superata dalla stessa mobilitazione. Nonostante i distinguo dentro Sinistra Democratica, la partecipazione sarà ampia e questo servirà a cambiare la prospettiva: deve cambiare i rapporti di forza. Non c'è bisogno di una consultazione di popolo: la verifica arriverà subito, ma la sinistra deve essere determinata. Se i punti programmatici individuati continueranno a non essere rispettati, la responsabilità di un'eventuale rottura non sarà della sinistra, ma di chi ostacola l'attuazione del programma.

Quanto tempo ci diamo per questa "verifica"?

La stessa Finanziaria potrà dare molte indicazioni. Nei successivi tre-quattro mesi si dovrà dare attuazione alle priorità individuate nel programma su stato sociale, lavoro, precarietà. Ma non si può andare oltre aprile. Si può, se si vuole: il Parlamento ha appena approvato in poco tempo provvedimenti importanti con il voto di fiducia, la riforma della giustizia per esempio. Mi spieghino perchè non si può fare la stessa cosa per le priorità sociali ed economiche così come sono scritte nel programma. Il popolo di sinistra, che, deluso, è ancora disposto a mobilitarsi, un domani potrebbe non rispondere più. Questa potrebbe essere l'ultima chance. La sinistra deve saper uscire dalla tenaglia in cui qualcuno dell'Unione la vuole stringere.

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